Abbiamo avuto il piacere di una chiacchierata con il pilota Porsche Matteo Cairoli, protagonista nelle ultime stagioni in tutto il mondo nelle maggiori competizioni a ruote coperte…

MiP: Ciao Matteo, pronto alla ripartenza? Come saranno i tuoi impegni quest’anno visto che le gare saranno concentrate tutte in pochi weekend?

MC: Il lockdown per me non è stato così complicato perchè ho lavorato nell’azienda di famiglia, quindi avevo comunque da fare in un periodo “triste” che ha visto fermo tutto, fortunatamente per me avevo qualcosa da fare…per quanto riguarda le gare, gli impegni al momento della ripartenza non so ancora bene come andranno gestiti perchè il calendario provvisorio ci è stato dato, ma alcune gare sono state del tutto eliminate, altre posticipate e altre ancora non hanno ancora una data, quindi devo solo seguire gli ordini delle date così come vengono, di sicuro il primo appuntamento sarà quello del GT World Challenge a Imola, sperando per luglio davvero di poter tornare in macchina! Settimana prossima farò un test con la Porsche di Dynamic Motorsport al Nurburgring per ritrovare un pò il feeling con la vettura.

MiP: Probabilmente saranno tutte o quasi gare a porte chiuse, come la vedi questa situazione?

MC: Gare a porte chiuse non le capisco, anche perchè da qualche giorno hanno riaperto locali e in parte discoteche, quindi non c’è motivo di vietare al pubblico di vedere una gara in circuiti da 100000 posti, rispetto la decisione, non la condivido, ma ora l’importante come detto prima è tornare in macchina il prima possibile!

MiP: Inizio un pò inusuale per te nel mondo delle corse, raccontaci un pò come tutto è iniziato…

MC: Uno strano inizio per me, ho sempre voluto fare il pilota, sognavo le corse da bambino, con i Kart, ma non è mai arrivata l’opportunità, poi una strana opportunità, mio papà lavora da ormai 20 anni con il salumificio Beretta e il figlio del titolare ha convinto mio papà a farmi la licenza federale nel 2012 minacciandolo di perdere il lavoro!!!! Da lì è nato tutto, ma è una cosa che ho sempre sognato e voluto fare…

MiP: Nel 2014 sei passato dopo un paio di stagioni alle ruote coperte con Porsche con Antonelli, come mai hai deciso di passare alle ruote coperte?

MC: Nel 2012 ho fatto la licenza federale e ho fatto le ultime 2 gare del campionato italiano Formula Renault, nel 2013 una stagione completa nel campionato tedesco di F3 con ADM Motorsport e nel 2014 sono passato alle ruote coperte, principalmente perchè volevamo fare il campionato Formula Renault Alps, ma la mia esperienza qui è durata 2 chicane, a Imola alla Villeneuve ho avuto un incidente che mi ha costretto ad uno stop che però ha portato alla chiamata di Porsche Italia per provare la vettura con Antonelli e da lì è nato tutto! Mi sarebbe piaciuto continuare ancora un pò con le Formula, ma non avendo grossi sponsor per poter continuare in queste categorie, anche se avrei voluto correre in qualche top team.

MiP: Sei diventato pilota ufficiale Porsche dopo un provino in Spagna, secondo te cosa hanno visto i dirigenti nella casa tedesca in te che gli altri non avevano?

MC: Sono arrivato abbastanza impreparato a questo test, come detto con poca esperienza alle spalle, non parlavo nemmeno benissimo l’inglese e nemmeno conoscevo bene come fare il set up della macchina (anche adesso dopo alcuni anni sto ancora imparando!), ho cercato di essere me stesso, parecchio sotto pressione da parte loro, dopo 1 anno da quel test mi hanno detto i tempi fatti in quei 2 giorni, miglior tempo in simulazione gara e secondo in qualifica, ma a mio parere hanno guardato con attenzione la personalità, come ci si approciava con il team e probabilmente hanno visto che avevo margini di miglioramento e forse, con solo 2 anni di esperienza, avrebbero visto in me la possibilità di farmi crescere come loro pilota, cosa che stanno attualmente facendo!

MiP: Ci occupiamo di Monza, tua pista di casa, cosa rappresenta per te questa pista? Il primo anno in ELMS ti avevo chiesto in pit lane se ci saremmo visti con la Super Cup e la tua risposta immediata è stata…magari, farei subito come wild card Monza e Montecarlo…

MC: Monza è la mia pista di casa, speciale solo perchè Monza, da pilota sinceramente la Nordschleife al Nurburgring è il top del top, la seconda Bathrust e terzo Monza perchè essendo di Como sono vicinissimo e ho bellissimi ricordi qui, molte volte sul podio e se avessi occasione di una gara qui correrei anche con i tricicli, conoscendo ogni minimo segno sull’asfalto! Quest’anno avremmo dovuto correre con il GT World Challenge, però la gara è saltata e sostituita con Imola.

MiP: Associando Monza alla stagione 2016 (Super Cup e Cup Italia) e 2019 (ELMS) risulti essere vincitore, nel 2016 addirittura autentico dominatore delle gare in Brianza, che ricordi hai di queste gare, qualche aneddoto?

MC: Vittorie a Monza ne ho avute alcune, la prima nel 2014 con Antonelli, 2015 due volte secondo nella Super Cup, 2016 vittoria memorabile dove ho sentito proprio il supporto del pubblico, venendo anche da una stagione difficile, sono ancora convinto che mi han fatto perdere quel campionato perchè mi hanno date molte penalità per sciocchezze, mentre il mio rivale Sven Muller sembrava invisibile ai giudici di gara, ho vinto più gare, più pole position e più podi, ma ha vinto lui! Sempre nel 2016 con EBi Motor nella Carrera Cup Italia ho fatto 3 gare vincendole tutte!

MiP: Portaci a bordo della tua Porsche, ci descrivi un giro di pista a Monza con te al volante?

MC: Il trucco di Monza è abbastanza semplice, ci arriva chiunque, bisogna frenare il più tardi possibile e accelerare appena si può, semplicissimo!!!

Senza scherzare è una pista difficile per fare un il miglior giro, poichè anche se si tratta di un tracciato velocissimo, i pochi punti lenti vanno fatti benissimo e dipende molto da che vettura stai guidando, con la RSR si può trarre qualche vantaggio dove altri non lo pensano, mi viene in mente la Roggia, nella prima curva a sinistra io vado completamente sopra il cordolo nonostante sia a bordo di una GT, ma in qualifica si guadagna veramente tanto, poichè si prepara la macchina con un angolo di uscita differente che permette di fare la differenza

MiP: Da pilota ufficiale Porsche qual’ è il tuo obiettivo a breve e a lungo termine?

MC: Il mio obiettivo con Porsche è quello di nascere e morire con loro, quindi mi piacerebbe diventare factory driver, da 6 anni con loro sto aspettando questo contratto, di fatto lo sono già, ma lo vorrei vedere scritto nero su bianco, non chiederei nulla in più, solo la scritta “factory driver” sul contratto, solamente questo, che discuterò a breve con loro in una conference call con i vertici dell’azienda.

MiP: 24 di Le Mans, cosa rappresenta questa gara nel mondo del motorsport? cosa la rende così unica al mondo?

MC: Per me è stata una grande sorpresa al debutto nel 2017, con 300.000 persone a vederci correre, le tribune sempre piene ovunque fanno di questa gara LA GARA, però in sè la pista non mi fa impazzire, tanta velocità, molto tempo sul dritto, è una gara che si vince sulla concentrazione e non sulla stanchezza fisica. Ho dei bei ricordi come pole position, nel 2018 e 2019 le ho fatte personalmente, ma a livello di risultati non ho grandi ricordi, nel 2017 potevamo finire a podio, ma una rottura al cambio a 3 ore dalla fine ci ha costretto ad uno stop, chiudendo sesti, 2018 un equipaggio non all’altezza non ci aveva permesso di avere grandi ambizioni, ma ad un certo punto il podio sembrava alla portata, ma un cedimento della sospensione ha compromesso tutto, mandandomi a muro alle curve Ford.

Nel 2019 la mia gara è durata 1 ora, pole, partenza in testa nella categoria, ho dato la macchina al mio compagno giapponese Hoshino che dopo 20 minuti di gara si è ritrovato ultimo a meno 3 giri, non vedevo l’ora che scendesse dalla vettura, ma dopo 3 ore ha pensato bene di picchiare, distruggere la vettura e siamo andati a casa, meglio così perchè correre in questo modo non aveva molto senso e non pensavo di meritarmelo, ho sofferto questa cosa, Porsche queste cose le sa e starà a me lavorarci con loro per evitare certe situazioni e aver la possibilità di salire su una PRO a Le Mans il prossimo anno!

MiP: Hai corso in Super Cup, ELMS, Wec, quale secondo te il campionato migliore e che ha più futuro, in un periodo che si avvia ad essere non troppo roseo per il motorsport

MC: Domanda tosta, dei campionati che mi hai detto, nessuno avrà spettatori, difficile da dire, sicuramente la Super Cup avrà visibilità grazie alla concomitanza con la Formula 1, WEC penso altrettanti spettatori, mentre vedo la situazione dell’ ELMS critica, sperando nel GT World Challenge e nell’ Intercontinental World Challenge, dove prevedo molto seguito.

MiP:  Correndo sia in Europa che in USA, quali differenze hai potuto trovare, a livello di organizzazione, di pubblico, di piste…

MC: Preferisco casa nostra, con regole certe riguardanti la sicurezza, in America c’è una grandissima passione e grande calore nel pubblico, le gare sono più apprezzate, ma la sicurezza vale prima di tutto e per quanto riguarda le piste americane molte sono old style come Sebring, un vecchio aeroporto, non trovi nemmeno l’asfalto, è più cemento a blocchi con grosse crepe, un pò troppo rischioso per correrci, così come i pit stop, non ci sono i muretti, c’è poco spazio tra pista e pit lane ed è davvero pericoloso!

MiP: Grazie mille per la disponibilità e in bocca al lupo per un futuro factory driver Porsche!